Msna: di nuovo al via il progetto per il monitoraggio della tutela volontaria
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in attuazione dei compiti attribuiti dalla legge n. 47 del 2017, ha avviato la seconda edizione del progetto di monitoraggio della tutela volontaria degli MSNA. L’obiettivo è quello di promuovere il ruolo del tutore volontario e di facilitare l’esercizio delle sue funzioni attraverso lo sviluppo della rete dei soggetti istituzionali che si occupano di accoglienza di minori stranieri non accompagnati (MSNA).
L’iniziativa, della durata di 30 mesi, è finanziata con le risorse europee del Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI) gestito dal Ministero dell’Interno e sarà attuata in partenariato con Fondazione Don Calabria per il sociale ETS, il Coordinamento nazionale comunità accoglienti (CNCA) e l’Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali ETS (IPRS). Soggetti tutti individuati all’esito di una procedura di co-progettazione a evidenza pubblica.
“Nel riprendere il progetto di monitoraggio – spiega l’Autorità garante Carla Garlatti – questa volta abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sul rafforzamento della figura del tutore volontario per diffonderne la conoscenza e facilitare il suo compito nella relazione con i diversi soggetti con i quali si rapporta. Si tratta di un aspetto molto importante perché l’esperienza fatta negli scorsi anni ci ha permesso di comprendere che il ruolo del tutore non è ancora ben chiaro e che occorre investire sulla costruzione di sinergie nei diversi territori”.
La seconda edizione del progetto FAMI è caratterizzata dal coinvolgimento delle associazioni tutori volontari, che avranno il ruolo di far emergere gli aspetti dell’esercizio della funzione che richiedono maggiore attenzione e di facilitare la crescita della rete istituzionale. Sarà, inoltre, rafforzato il ruolo dei servizi del territorio (comuni e ambiti territoriali) nell’esercizio della funzione tutoria acquisendo, in tal modo, una più articolata comprensione del funzionamento del sistema di tutela nei diversi assetti territoriali.
Come per il precedente progetto, sarà prevista l’attivazione delle Unità operative locali (UOL), formate da esperti in ambito giuridico e psicosociale, volte favorire la costruzione di un legame con il territorio e con le istituzioni locali.
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